La Bibbia

Sapienza 4

Sapienza

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Capitolo 5

1


 

  I popoli vicini, quando sentirono che era stato ricostruito l'altare e rinnovato il santuario come prima, fremettero di rabbia  

 

 

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2


 

  e decisero di eliminare quelli della stirpe di Giacobbe che si trovavano in mezzo a loro e cominciarono a uccidere e sopprimere gente in mezzo al popolo.  

 

 

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3


 

  Allora Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell'Idumea e nella Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un grave colpo e li umiliò e si impadronì delle loro spoglie.  

 

 

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4


 

  Si ricordò poi della perfidia dei figli di Bean, che erano stati di laccio e inciampo per il popolo tendendo insidie nelle vie.  

 

 

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5


 

  Pressati da lui si rinchiusero nelle torri ed egli si accampò contro di loro, li votò allo sterminio e diede fuoco alle torri di quella città con quanti vi stavano.  

 

 

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6


 

  Poi passò contro gli Ammoniti e vi trovò un forte contingente e un popolo numeroso al comando di Timòteo.  

 

 

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7


 

  Organizzò contro di loro molte azioni di guerra e furono sconfitti e annientati.  

 

 

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  Conquistò anche Iazer e i suoi sobborghi e ritornò in Giudea.  

 

 

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9


 

  Si allearono allora i pagani di Gàlaad contro gli Israeliti che erano nel loro territorio per eliminarli, ma questi fuggirono a Dàtema, nella fortezza,  

 

 

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  e scrissero questa lettera a Giuda e ai suoi fratelli: «Sono riuniti contro di noi i popoli vicini per eliminarci  

 

 

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  e si preparano a venire a espugnare la fortezza ove siamo rifugiati; Timòteo è a capo del loro esercito.  

 

 

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  Su, vieni a liberarci dalle mani di costoro, perché si è precipitata su di noi una moltitudine:  

 

 

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  tutti i nostri fratelli che erano nel territorio di Tobia sono stati messi a morte, sono state condotte in schiavitù le loro mogli con i figli e gli averi e sono periti circa un migliaio di uomini».  

 

 

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  Stavano ancora leggendo la lettera ed ecco presentarsi altri messaggeri dalla Galilea con le vesti stracciate portando notizie simili.  

 

 

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  Dicevano che si erano uniti contro di loro gli abitanti di Tolemàide, Tiro e Sidòne e tutta la parte pagana della Galilea per distruggerli.  

 

 

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  Quando Giuda e il popolo ebbero udito queste cose, si raccolse una grande assemblea per decidere che cosa fare per i loro fratelli posti nella tribolazione e attaccati dai pagani.  

 

 

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  Giuda disse a Simone suo fratello: «Scegliti degli uomini e corri a liberare i tuoi fratelli della Galilea; io e mio fratello Giònata andremo nella regione di Gàlaad».  

 

 

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  Lasciò Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria capo del popolo, con il resto delle forze a presidiare la Giudea,  

 

 

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  dando loro questa consegna: «Governate questo popolo, ma non attaccate battaglia contro i pagani fino al nostro ritorno».  

 

 

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20


 

  Furono assegnati a Simone tremila uomini per la spedizione in Galilea, a Giuda ottomila uomini per la regione di Gàlaad.  

 

 

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21


 

  Simone si recò in Galilea e sferrò molti attacchi contro i pagani e questi rimasero sconfitti davanti a lui;  

 

 

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22


 

  egli li inseguì fino alle porte di Tolemàide. Caddero dei pagani circa tremila uomini e Simone portò via le loro spoglie.  

 

 

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  Prese poi gli Israeliti che erano in Galilea e in Arbatta con le donne e i figli e tutti i loro averi e li condusse in Giudea con grande gioia.  

 

 

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24


 

  Da parte loro Giuda Maccabeo e il fratello Giònata passarono il Giordano e camminarono per tre giorni nel deserto.  

 

 

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25


 

  S'imbatterono nei Nabatei, che vennero loro incontro pacificamente e narrarono tutte le vicende dei loro fratelli nella regione di Gàlaad,  

 

 

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  e che molti di loro erano assediati in Bozra e Bozor, in Alema, in Casfo, in Maked e Karnàin; e che tutte queste città erano fortificate e grandi.  

 

 

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27


 

  Ve n'erano pure rinchiusi nelle altre città di Gàlaad e - dicevano - per il giorno dopo era stabilito di dar l'assalto alle fortezze, espugnarle e di eliminare tutti costoro in un sol giorno.  

 

 

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28


 

  Allora Giuda con il suo esercito tornò indietro subito per la via del deserto verso Bozra; prese la città e passò ogni maschio a fil di spada, s'impadronì di tutte le loro spoglie e incendiò la città.  

 

 

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  Nella notte partì di là e marciarono fino alla fortezza.  

 

 

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30


 

  Verso il mattino alzarono gli occhi ed ecco gran folla che non si poteva contare issava scale e macchine per espugnare la fortezza e gia attaccava gli assediati.  

 

 

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31


 

  Giuda, vedendo che la battaglia era gia incominciata e che le grida della città arrivavano al cielo per il suono delle trombe e le urla altissime,  

 

 

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  disse ai suoi soldati: «Combattete oggi per i vostri fratelli».  

 

 

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33


 

  Irruppero in tre schiere alle loro spalle, diedero fiato alle trombe e innalzarono grida e invocazioni.  

 

 

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34


 

  Nell'esercito di Timòteo si sparse la notizia che c'era il Maccabeo e fuggirono davanti a lui; egli inflisse loro una grave sconfitta e ne rimasero uccisi in quel giorno circa ottomila.  

 

 

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35


 

  Poi piegò su Alim, l'assalì e la prese; ne uccise tutti i maschi, la saccheggiò e le appiccò il fuoco.  

 

 

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36


 

  Tolse il campo di là e conquistò Casfo, Maked e Bozor e le altre città di Gàlaad.  

 

 

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37


 

  Dopo questi fatti Timòteo raccolse un altro esercito e si accampò di fronte a Rafon al di là del torrente.  

 

 

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38


 

  Giuda mandò a esplorare il campo e gli riferirono: «Sono radunati con lui tutti gli stranieri che ci circondano: sono un esercito imponente.  

 

 

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39


 

  Anche gli Arabi sono assoldati come suoi ausiliari; sono accampati al di là del torrente e sono pronti a venire a battaglia con te». Giuda andò incontro a loro.  

 

 

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40


 

  Timòteo disse ai comandanti del suo esercito, mentre Giuda e il suo esercito si avvicinavano al torrente: «Se passerà per primo contro di noi, non potremo resistergli, perché sarà molto potente contro di noi.  

 

 

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41


 

  Se invece si mostrerà titubante e porrà il campo al di là del fiume, andremo noi contro di lui e avremo la meglio».  

 

 

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42


 

  Quando Giuda si avvicinò al corso d'acqua, dispose gli scribi del popolo lungo il torrente con questi ordini: «Non permettete che alcuno si fermi, ma vengano tutti a combattere».  

 

 

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43


 

  Passò per primo contro i nemici e tutto il popolo dietro di lui. I pagani furono travolti davanti a lui, gettarono le armi e fuggirono nel tempio di Karnàin.  

 

 

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44


 

  Conquistarono la città e appiccarono il fuoco al tempio con quanti c'erano dentro. Così Karnàin fu vinta e non potè resistere oltre di fronte a Giuda.  

 

 

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45


 

  Giuda radunò tutti gli Israeliti che erano nella regione di Gàlaad dal più piccolo al più grande con le donne e i figli e gli averi, carovana sterminata, per andare nella Giudea.  

 

 

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46


 

  Arrivarono a Efron, grande città ben fortificata che era sulla strada e da cui non si poteva piegare né a destra né a sinistra, ma bisognava attraversarla.  

 

 

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47


 

  Quelli della città però chiusero loro il passaggio e con pietre barricarono le porte.  

 

 

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48


 

  Giuda mandò a dir loro in termini pacifici: «Attraverseremo la tua terra per tornare alla nostra terra. Nessuno vi farà del male. Vogliamo soltanto passare a piedi». Ma quelli non vollero aprirgli.  

 

 

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49


 

  Giuda perciò ordinò di proclamare nel campo che ciascuno si fermasse nel luogo dove si trovava.  

 

 

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50


 

  Gli uomini della truppa presero posizione e combatterono contro la città per tutto quel giorno e tutta la notte; la città cadde nelle sue mani.  

 

 

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51


 

  Ne passò a fil di spada tutti i maschi, la distrusse fino alle fondamenta, prese le sue spoglie e attraversò la città, passando sui cadaveri.  

 

 

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52


 

  Poi attraversarono il Giordano verso la grande pianura di fronte a Beisan.  

 

 

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53


 

  Giuda andava raccogliendo i ritardatari e confortando il popolo lungo tutta la via, finché giunsero nella terra di Giuda.  

 

 

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54


 

  Salirono al monte Sion con allegrezza e gioia ed offrirono olocausti, giacché nessuno di loro era caduto ed erano tornati in pace.  

 

 

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55


 

  Nel tempo in cui Giuda e Giònata erano rimasti in Gàlaad e Simone loro fratello in Galilea di fronte a Tolemàide,  

 

 

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56


 

  Giuseppe figlio di Zaccaria e Azaria, comandanti dell'esercito, vennero a sapere delle imprese gloriose e delle battaglie che avevano compiute  

 

 

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57


 

  e dissero: «Facciamoci onore anche noi e usciamo a combattere contro i pagani che ci circondano».  

 

 

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58


 

  Diedero ordine ai soldati che erano con loro e si diressero a Iamnia.  

 

 

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59


 

  Ma Gorgia uscì dalla città con i suoi uomini incontro a loro per attaccarli.  

 

 

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60


 

  Giuseppe e Azaria furono vinti e inseguiti fin nel territorio della Giudea e in quel giorno caddero circa duemila uomini del popolo di Israele.  

 

 

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61


 

  Toccò questa grave sconfitta al popolo, perché non avevano ascoltato Giuda e i suoi fratelli, pensando di compiere gesta eroiche:  

 

 

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62


 

  ma essi non erano della stirpe di quei valorosi, per le cui mani era stata compiuta la salvezza in Israele.  

 

 

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63


 

  Il prode Giuda e i suoi fratelli crebbero in grande fama presso tutto Israele e presso tutti i popoli ai quali giungeva notizia del loro nome;  

 

 

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64


 

  si adunavano attorno a loro acclamandoli.  

 

 

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65


 

  Giuda con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco tutt'intorno alle sue torri.  

 

 

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66


 

  Poi levò il campo per andare nel paese dei Filistei e attraversò Maresa.  

 

 

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67


 

  In quel giorno caddero in battaglia sacerdoti, i quali, smaniosi di eroismi, erano usciti a combattere inconsideratamente.  

 

 

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68


 

  Giuda piegò su Asdod, terra dei Filistei: distrusse i loro altari, bruciò le statue dei loro dei, mise a sacco la loro città e fece ritorno in Giudea.  

 

 

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Sapienza 6

 

 

 

 

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